Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Il ruolo della Banca nel contesto di nuova normalità (di Attilio Ghiglione-Giacomo Büchi)


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SOMMARIO:

- 1. Il nuovo ruolo della banca - 2. I provvedimenti della BCE e l’evoluzione del contesto - 3. La leva dell’internazionalizzazione e il suo stretto rapporto con la digitalizzazione - 4. La spinta dall’innovazione: la banca del futuro - 5. Il sostegno alle idee e alle start-up


Ringrazio il Professor Quattrocchio e l’Avvocato Majorino per l’invito, ma considerato il ruolo che ho avuto nel precedente convegno sugli Intangibles ho preferito lasciare spazio ad un esponente di primo piano del mondo bancario della nostra regione, il Dott. Ghiglione che è Deputy Regional Manager Nord-Ovest di UniCredit. Introduco brevemente l’argomento che viene sviluppato dal Dottor Ghiglione con alcuni concetti molto generali per altro in linea con la precedente relazione. Il punto di vista delle banche, che oggi viene sviluppato, è il punto di vista dell’offerta di credito. È ovvio che lavorando sui dati di prezzo e quantità di lending, è molto difficile separare il comportamento dell’offerta da quello della domanda di credito. È opinione diffusa che ci troviamo in una situazione di liquidity trap, in cui «you can lead a horse to water but you can not make him drink …». Naturalmente la politica monetaria non è l’unico strumento di stimolo del PIL reale e qui naturalmente si aprono diverse visioni, politica fiscale supply side, ecc. Credo che in fatto di stimoli la parola d’ordine da qui ai prosssimi anni debba essere, anche e soprattutto a livello europeo “selettività”, intesa fra industries e anche fra chi è in grado di operare sui mercati internazionali e chi no. Tornando all’offerta di credito e quindi alla relazione che il Dottor Ghiglione ci offre, dal punto di vista dell’economia delle imprese, che è la materia che insegno, ci si pone un interrogativo la cui risposta non è affatto ovvia, anche per le difficoltà di verifica empirica dei tradizionali modelli economici sempre alla ricerca di cause ed effetti definiti, cosa che invece nella realtà dei dati è sempre difficile trovare. Il tema non ovvio è quello dell’effetto della regolamentazione, a cui ha accennato il precedente relatore, sulla quantità e sul prezzo dell’attività di lending. Non è ovvio perché, oltre a dipendere, come già detto, dalle condizioni della domanda di credito, nell’ambito dell’offerta l’ef­fetto della regolamentazione di Basilea (a cui per l’area euro si aggiungono i requisiti della European Bank Authority) si sovrappone (e si sovrapporrà [continua ..]


1. Il nuovo ruolo della banca

Il mondo è cambiato radicalmente. La lezione imparata dalla lunga crisi da cui usciamo oggi, obbliga il sistema bancario a interpretare un nuovo ruolo rispetto al passato. Per rimettere in moto l’economia reale, infatti, il ruolo che una banca deve oggi assumere nel sistema economico è profondamente diverso dal passato. Il vero valore aggiunto che una banca potrà dare al Paese dovrà esprimersi nella capacità di fare crescere i Territori in cui opera. Il sistema bancario dovrà operare sempre più rapido, interagendo con l’am­biente esterno attraverso piattaforme aperte che consentano una costante innovazione e, allo stesso tempo, pienamente equipaggiato per competere in un mondo sempre più digitale e soddisfare clienti sempre più esigenti. Dovrà inoltre interpretare un ruolo diverso, non limitandosi a gestire gli asset dei clienti ed erogare credito, ma mettendo a disposizione le persone, le competenze e i presidi geografici che gli appartengono. In un mondo in rapida evoluzione tecnologica questo significa che il ruolo esercitato dalla banca sarà finalizzato a sostenere la crescita economica del paese affiancando le imprese per sostenerle nei nuovi business, nei nuovi mercati internazionali, per aiutarle a cogliere le opportunità nei settori trainanti. Le imprese, tessuto fondante del sistema produttivo in Italia, sono un patrimonio da sostenere sui territori italiani, aiutandole nello sviluppo, nella ripresa del ciclo produttivo e nella ricerca costante dell’innovazione. Nel concreto questo significa che la banca sosterrà il tessuto imprenditoriale con credito di qualità e realizzerà soluzioni su misura per i settori chiave delle economie locali, con attenzione alle industrie performanti, accompagnerà le imprese che vogliono andare all’estero, coltiverà e sosterrà le nuove idee imprenditoriali e le start-up che creino lavoro di qualità. Tutto questo non potrà prescindere dall’avere investito in ricerca e innovazione, sfruttando a vantaggio dei propri clienti gli importanti investimenti fatti anche sul versante della digitalizzazione. La partita si giocherà inoltre sulla capacità della Banca di rafforzare le radici sul territorio in cui opera, attingendo agli stimoli che riceve ogni giorno dai clienti e dagli stakeholder e [continua ..]


2. I provvedimenti della BCE e l’evoluzione del contesto

Come diceva il Prof. Büchi, il complesso delle misure varate dalla BCE per fronteggiare il rischio della deflazione e i tassi negativi dell’attuale contesto spingono imprese, banche e risparmiatori a lavorare nella stessa direzione, che è quella della crescita economica. I recenti provvedimenti di marzo della BCE sono un ulteriore importante passo sulla strada che riduce il costo della raccolta fondi per le banche: uno stimolo agli investimenti e dunque alla crescita molto concreto. Le politiche sui tassi stimoleranno le banche a fare più credito, in particolare tutti quegli istituti che oggi si trovano con liquidità in abbondanza. Se da un alto meccanismi di “funding for lending”, così come abbiamo visto nell’esperienza inglese, stimolano la ripresa, dall’altro lato i tassi negativi sui depositi in Bce rendono sempre meno conveniente parcheggiare liquidità. È dunque naturale che ci sia un impatto positivo sull’erogazione del credito e anche sul suo costo. Nel 2014 e nel 2015 i programmi TLTRO (Targeted Long Term Refinancing Operations) hanno funzionato, facendo crescere il complesso del credito erogato nel medio termine, ovviamente in rapporto al tasso di crescita dell’economia. Le misure varate nel marzo 2016 sono più ampie e più aggressive, per cui esistono concretamente le condizioni perché il trasferimento di liquidità alle imprese avvenga in maniera efficace. Il credito dunque crescerà ma con attenzione forte e selettiva alla qualità, in quanto in questi anni il sistema bancario ha maturato una cultura del rischio profonda. L’attenzione ai requisiti di capitale regolamentati e alla gestione dei crediti deteriorati si è infatti enormemente rafforzata nell’ambito del mondo bancario. Le politiche monetarie espansive sono quindi una condizione necessaria a fare ripartire la crescita ma non sufficiente. Per risolvere il problema della bassa crescita attuale sono necessarie riforme strutturali, dal mondo del lavoro all’apparato pubblico e una politica fiscale espansiva. Accanto al nuovo scenario determinato dagli ultimi interventi della BCE, è importante sottolineare che stiamo assistendo a dinamiche del tutto nuove. È un mondo che cambia, a una velocità cui non eravamo abituati, legata alla digitalizzazione. Il contesto cambia, anzi è cambiato, per tutti, imprese, [continua ..]


3. La leva dell’internazionalizzazione e il suo stretto rapporto con la digitalizzazione

La leva dei mercati esteri è una delle più efficaci per mantenere e migliorare la competitività delle imprese. Sappiamo infatti che la tenuta economica del paese degli ultimi anni segnati dalla crisi, è passata attraverso l’export. Dal­l’inizio della crisi le esportazioni hanno avuto una dinamica di crescita molto superiore alla domanda interna, contribuendo in maniera significativa alla crescita del PIL. Il pieno recupero delle esportazioni italiane è stato cruciale per invertire il trend decrescente del PIL in atto dal 2011 e per il recupero della competitività delle imprese italiane. Come anche messo in evidenza dal Prof. Büchi, in questa fase dell’eco­nomia, le esportazioni possono avere un duplice ruolo chiave: da un lato possono agire come strategia di uscita dalla crisi nel breve periodo, dall’altro come strategia di crescita e sviluppo nel medio-lungo termine. La crescita economica passa dunque anche per l’aumento della capacità delle imprese di giocare un ruolo crescente sui mercati internazionali. Export e internazionalizzazione sono ormai due parole chiave che non possono mancare nel piano industriale di una banca che voglia esercitare un ruolo determinante. Una banca commerciale che ne abbia le forze potrà sostenere le eccellenze del nostro sistema produttivo nel percorso di apertura commerciale oltre i confini nazionali, fornire alle imprese servizi che permettano sia di consolidare le posizioni raggiunte nell’export sia di iniziare ad affacciarsi a nuovi mercati esteri. In tale contesto un gruppo bancario, fortemente radicato in Italia e contemporaneamente presente nei mercati esteri, può offrire una partnership estremamente vantaggiosa per gli imprenditori che vogliono implementare o potenziare le proprie esportazioni. UniCredit è uno dei principali gruppi finanziari europei e banca commerciale leader in Europa e nel nostro Paese, con forte posizione strategica in Europa centro-orientale. Opera nel mondo con più di 8.400 filiali, più di 17 paesi e con oltre 146.000 dipendenti. Parole chiave per UniCredit sono: presenza capillare, relazione costante e conoscenza del territorio, specializzazione e innovazione. Il Gruppo UniCredit per essere al fianco delle imprese che desiderano e­spandere il business, ha creato un modello di servizio dedicato alla internazionalizzazione delle imprese, un [continua ..]


4. La spinta dall’innovazione: la banca del futuro

«Innoviamo per competere e crescere, lo richiede il mercato e ancor più i clienti. Per questo lavoriamo per implementare un nuovo modo di fare banca, investendo risorse nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia in grado di produrre anche nuovi prodotti e servizi» – Federico Ghizzoni, CEO of UniCredit. Innovare per una Banca oggi significa innanzitutto scegliere un modello di business adeguato ai tempi della digitalizzazione. La sfida per il sistema bancario non sarà solo sul come implementare la banca virtuale, ma anche come mantenere un forte ed intenso rapporto con i clienti, considerando sia il sempre più complesso quadro multicanale, sia i trend macro costantemente in via di sviluppo nel mercato. Come evidenziano nella parte introduttiva dal Prof. Büchi, la digitalizzazione ci ha cambiato la vita. In questo nuovo contesto, UniCredit ha adottato un modello di banca multicanale completamente integrato, che combina i canali tradizionali con quelli digitali. Un modello in cui la filiale rimarrà al centro, soprattutto per i momenti di relazione personale che si basano sul dialogo diretto, ma a cui verranno affiancati con crescente intensità gli altri canali, quali ATM, banca via internet, App Mobile Banking e call center UniCredit Direc. Canali che UniCredit mette in campo per semplificare la vita ai clienti e lasciarli decidere quanto tempo vogliono risparmiare per le operazioni bancarie di tutti i giorni. La trasformazione del modello di business della banca commerciale unisce il meglio dei canali fisici e digitali al fine di aumentare la vicinanza ai clienti, fornendo loro un’esperienza di servizio superiore. In parallelo è partito un progetto di rinnovamento strutturale delle agenzie UniCredit che sta effettuando 1.500 interventi per un investimento di 350 milioni di euro. Il progetto riguarda i nuovi layout delle agenzie e le dotazioni tecnologiche. Accessibilità, trasparenza e innovazione sono le caratteristiche del nuovo format dell’agenzia, una combinazione di innovazione tecnologica, design e marketing esperienziale per rendere più piacevole e interattivo l’u­tilizzo da parte dei Clienti dei servizi offerti dalla Banca. Innovare per una Banca oggi vuol dire essere pronti al cambiamento e accettare le sfide attuali, per sviluppare e prototipare nuovi prodotti tecnologici e scientifici, e nuovi [continua ..]


5. Il sostegno alle idee e alle start-up
Fascicolo 2 - 2016