Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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La fiscalità internazionale dei marchi e dei brevetti (di Marco Ciani)


Un argomento come la fiscalità internazionale, anche se limitato alla tassazione dei proventi da sfruttamento della proprietà intellettuale, è talmente vasto che non può essere condensato in un articolo o esaurirsi in un’ora di lezione.

Il mio intervento è quindi focalizzato su due aspetti, il primo riguarderà l’a­nalisi dei principi di tassazione internazionale ed il secondo cercherà di definire una metodica per realizzare una corretta pianificazione fiscale in particolare con riferimento ai proventi da sfruttamento della proprietà intellettuale

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I principi di tassazione internazionale La sovranità impositiva degli stati tende a svilupparsi secondo due direttrici: 1) World-wide taxation principle Secondo tale principio I redditi, ovunque siano stati prodotti, sono tassati nel paese di residenza del percettore. 2) Source-based taxation principle Lo Stato presso cui è localizzata la fonte del reddito preleva l’imposta in capo a chiunque sia titolare del reddito (ritenuta d’imposta) Per comprendere la contrapposizione tra i due principi con un esempio pratico si può analizzare la tassazione nel mondo dello sport a livello internazionale. I proventi degli sportivi sono di varia tipologia, di lavoro autonomo (tennista, golfista ecc.) di lavoro dipendente (calciatore ecc.) di sfruttamento del­l’immagine. Quest’ultima tipologia di ricavo ricade anch’essa nella vasta categoria dei redditi di lavoro autonomo ma può essere corrisposta come royalties o come corrispettivo per prestazioni specifiche (gettoni di presenza – e­sclusive su interviste o set fotografici ecc.) Alcuni sportivi hanno sfruttato il proprio nome per creare dei marchi legati sia alle linee di abbigliamento che alle attrezzature tecniche anche se al giorno d’oggi la gran parte delle royalties nel settore sportivo è legata ai marchi dei team sportivi che a loro volta hanno degli accordi con gli atleti per la divisione dei proventi che vengono però realizzati a livello planetario e non più nazionale. I proventi sono talmente cospicui che la ricerca della fiscalità privilegiata ha messo nei guai più di uno sportivo (Becker, Maradona, Valentino Rossi, Messi ecc.). Le cronache giudiziarie riferiscono di continuo sulle problematiche fiscali in cui incappano sportivi e divi dello spettacolo legati principalmente allo sfruttamento dei diritti di immagine piuttosto che alla tassazione dei proventi per le vittorie sportive. Se da una parte il contribuente ricerca la tassazione più conveniente dall’al­tra gli stati cercano di attrarre materia imponibile e si trovano in conflitto tra loro. È proprio nel tentativo di sottrarre materia imponibile ad uno stato per pagare le imposte (ridotte) in un altro che si celano gran parte degli illeciti compiuti dagli sportivi o dai manager che curano i loro interessi. Quella che viene chiamata pianificazione fiscale purtroppo spesso scivola nelle forme dell’elusione di imposta o nell’evasione pura e semplice con tutte le conseguenze di responsabilità professionale per chi assiste il contribuente senza la corretta preparazione tecnica. Come detto il paese di residenza dello sportivo ha interesse a tassare i redditi degli sportivi residenti indipendentemente dal luogo in cui questi redditi vengono erogati mentre il paese in cui si svolge la manifestazione sportiva ha interesse a fare in modo che lo sportivo paghi le imposte [continua..]

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