Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Le banche dati dei titoli di proprietà intellettuale e industriale (di Emanuela Truffo)


L’autore, nel più ampio contesto della tutela dei diritti di proprietà intellettuale e industriale, volge la sua trattazione sulle banche dati dei titoli di proprietà intellettuale e industriale esistenti e sulle metodologie da adottare per una corretta ricerca nelle stesse. A tal proposito, l’elaborato, muovendo da una breve disamina dei principali diritti di privativa e da un breve cenno alle ripercussioni che la Brexit potrebbe avere sui diritti di privativa, termina con l’analisi dei database disponibili, fornendo alcuni suggerimenti per la ricerca dei titoli di proprietà intellettuale e industriale. Le banche dati – espone l’autore – sono a tutti gli effetti fonti ope legis rilevanti, tanto in Italia quanto nell’Unione Europea, mentre la fonte ufficiale – che, quindi, prevale – è il bollettino.

The author, in the broader context of the protection of intellectual and industrial property rights, it turns its discussion on the databases of the existing intellectual and industrial property titles and on the methodologies to be adopted for a correct search in the same. In this respect, the paper, starting from a brief examination of the main property rights and from a brief mention of the repercussions that Brexit could have on the property rights, ends with the analysis of the available databases, providing some suggestions for research of intellectual and industrial property titles. The databases – the author explains – are full-fledged relevant ope legis sources, both in Italy and in the European Union, while the official source – which, therefore, prevails – is the bulletin.

Keywords: intellectual and industrial property right – datebases – bulletin.

I diritti di proprietà industriale e intellettuale hanno una valenza territoriale: nazionale e/o internazionale e/o comunitaria. Conseguentemente, i database di riferimento sono anch’essi relativi ad uno specifico ambito territoriale. Da un punto di vista metodologico è necessario avere a mente che, i titoli nazionali e comunitari sono un unico titolo, i diritti internazionali – incluso il brevetto europeo – sono un c.d. fascio di diritti nazionali, la cui costituzioni avviene, nella quasi totalità dei casi, attraverso un deposito dapprima nazionale che poi viene “esteso” a livello internazionale secondo le procedure definite da apposite convenzioni internazionali. Prima di illustrare quali database sono disponibili e come si svolgono le ricerche in ognuno di essi, è necessaria una breve introduzione sulle caratteristiche relative ai principali diritti di privativa dei quali si parlerà nel corso della trattazione. In dettaglio: • Modelli o, meglio, design: viene tutelata la forma estetica del prodotto, facendo esclusione, dunque, di quelle forme che sono necessitate e/o derivanti della funzionalità tecnica del prodotto stesso (e.g. la forma – ergonomica – di una bottiglia); • Marchi: proteggono, in buona sostanza, la distintività di un segno (sia esso verbale o grafico); • Nuove varietà vegetali: è bene precisare che non hanno nulla a che vedere con gli organismi geneticamente modificati, ma sono varietà vegetali che sono frutto di procedimenti di selezione e incrocio. Una prima parte avviene in laboratorio, con delle tecniche di incrocio genetico, che sono incroci tra prodotti della stessa specie e che hanno una seconda fase di sviluppo necessariamente nel campo. I depositi avvengono quasi esclusivamente con un certificato di carattere europeo e si prevede un esame preventivo da parte dell’ufficio, meno approfondito che consente di verificare la sussistenza dei requisiti di novità, stabilità e omogeneità previsti dalle normative; • Brevetti per invenzione: nella maggioranza dei casi il deposito degli stessi avviene all’EPO – European Patent Office – e proteggono gli elementi di innovazione che trovano una loro applicazione industriale; • Copyright, o diritto d’autore: a differenza dei c.d. diritti titolati, si tratta di una privativa che sorge in capo al suo titolare al motivo della creazione, senza che alcun deposito sia necessario per la costituzione del diritto. In ragione di ciò, ogni database – incluso quello SIAE – relativo alle opere artistiche latu senso intese, sono esclusivamente utili per avere una indicazione sulla datazione, non essendo di per sé conclusivi nell’ipotesi in cui si debba discutere di contrapposizione tra diritti tra loro potenzialmente confliggenti. Prima di [continua..]

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