Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Le massime d'esperienza e la prova scientifica nel processo penale (di Massimo Scarabello)


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È un tema che richiederebbe davvero tantissimo tempo, un po’ come nel processo civile dato che si parla di categorie generali, però voglio stravolgere, un minimo l’ordine della mia relazione e rispondere subito al presidente De Marchi sulle massime d’esperienza. Il fondamento scientifico della massima d’esperienza: sono leggermente in disaccordo rispetto a questa conclusione, nel senso che è un auspicio per la scienza penalistica e per il diritto penale in generale quello che le massime d’esperienza abbiano un fondamento scientifico. Ciò perché, a mio avviso, la massima d’esperienza nasce come sapere del­l’uomo comune, che viene tradotto in massima, il sapere dell’uomo comune che ha un tale riconoscimento, un tale fondamento che può diventare regola comunemente seguita. Non è necessario sempre che questa regola “comune” abbia un vero e proprio fondamento scientifico, se noi trasportiamo questo concetto nell’ambito del processo penale, dove lo vedremo poi in seguito, ciò che deve guidare la verifica circa la colpevolezza o l’innocenza è il ragionevole dubbio, o un livello superiore al ragionevole dubbio, dovremmo chiederci se sia sufficiente una regola comune – e poi lo vedremo perché la Cassazione dice che si può assolutamente utilizzare anziché la prova scientifica – la massima d’esperienza, al fine di provare la responsabilità, è un tema di cui tratteremo in seguito. Ebbene siamo proprio sicuri che senza un fondamento scientifico di un certo tipo anche relativo alla massima d’esperienza questa stessa massima d’e­sperienza possa condurre ad una condanna al di là di ogni ragionevole dubbio, ad esempio se utilizzata in tema di sussistenza del nesso di causalità? io ho qualche dubbio. E allora secondo una parte della dottrina bisognerebbe sottoporre a verifica scientifica anche la massima d’esperienza, ciò prima di utilizzare nel singolo caso e nel processo la massima d’esperienza, questa dovrebbe essere sottoposta a verifiche secondo un metodo più o meno scientifico, comunque verifica è un tentativo di falsificazione della massima d’esperienza per vedere se possa essere applicata al caso concreto, questo diciamo che è una tendenza, è un auspicio, che una parte della dottrina si pone rispetto all’utilizzazione di un massima d’esperienza. Vi leggo e così concludiamo la parte sulla massima d’esperienza, cosa dice la Cassazione, proprio sulla possibilità che sia utilizzata la massima d’espe­rienza in luogo della prova scientifica o della perizia, o comunque di un dato scientifico che ha una validità scientifica indubbiamente superiore. La sentenza è del 17 maggio del 2017, n. 5823, sezione prima penale, in tema di [continua..]

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