Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Le massime d'esperienza e la prova scientifica nelle procedure concorsuali (di Cecilia Marino)


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Questo convegno ha un oggetto importante perché si occupa di quelli che sono i meccanismi fondamentali posti non solo alla base delle decisioni dei giudici, ma alla base della formulazione delle ipotesi accusatorie dei pubblici ministeri ma anche di quel lavoro difficilissimo che è l’impostazione di una causa da parte degli avvocati. Il dato di partenza è che nell’ambito giuridico, come in ogni ambito della vita umana, si assumono in un numero limitato di casi decisioni basate sulla certezza, dovendosi viceversa negli altri casi decidere in condizioni di incertezza. Se noi esaminiamo il nostro modo di ragionare vediamo che si svolge confrontando un fatto con la sua regola; faccio un esempio, supponiamo che un bugiardo ci racconti un certo fatto, come valutiamo noi questo racconto, dipende dalla regola che noi abbiamo in materia, se noi siamo convinti che uno che dice tante bugie, e le dice sempre, valuteremo in modo assolutamente negativo il dato che ci da, se invece la nostra regola è che un bugiardo può dire o non dire la verità, il nostro approccio sarà evidentemente diverso. Ora, nel campo giuridico possiamo dividere a grandi linee le regole tra quelle basate su regole scientifiche e quelle basate su massime d’esperienza. Per massime d’e­sperienza diverse dalla regola scientifica indichiamo quelle regole che sono basate su una regolarità del comportamento umano; la Cassazione le descrive come “l’enunciazione di una tendenza di un certo accadimento a verificarsi con certe modalità con un grado di probabilità elevato”. Adesso vi faccio un esempio di una massima di esperienza che secondo me è l’ideale, perché abbiamo la prova che corrisponde alla realtà, ossia la valutazione dell’insolvenza. Occorre fare qualche premessa di ordine generale. Il metodo che noi utilizziamo per giudicare è sostanzialmente quello sillogistico. Premessa maggiore, tutte le imprese che non pagano le obbligazioni sono insolventi, premessa minore: l’impresa Rossi non paga, conclusione: l’im­presa è insolvente. Questa è una massima che funziona, Nella mia formazione professionale ha contato molto la lettura di studi sulle massime d’esperienza, penso agli studi fatti dal professor Taruffo, che mi hanno fatto capire quanto sia facile per il giudice utilizzare per la decisione delle regole che tali non sono, ma che corrispondono, in realtà, a convincimenti personali o a pregiudizi. Ho avuto modo di leggere degli studi americani che sostengono che la maggior parte degli errori giudiziari avviene a causa dell’utilizzo di massime d’esperienza che non esprimono accadimenti che si verificano nei termini generali ma solo l’esperienza del giudice. Faccio questo caso. È noto che finora negli USA sono stati individuati 300 casi di condannati a [continua..]

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