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La Corte di Cassazione, con sentenza del 18 ottobre 2021, n. 680, ha affermato che in caso di sopravvalutazione dei beni di un’impresa con colpa e conseguente ritardo nella dichiarazione di fallimento della stessa, il perito estimatore risponde del reato di bancarotta semplice. Nel caso in esame, il perito nella propria valutazione si era limitato a riportare le valorizzazioni in precedenza effettuate da un soggetto incaricato dall’amministratore, caratterizzate da una evidente e macroscopica sopravvalutazione, ma non era stato provato se e in quale misura la perizia aveva determinato o aggravato lo squilibrio finanziario della società e neppure l’intento doloso del perito; pertanto la fattispecie esaminata integra il reato di cui all’art. 217 l.f. e non è invocabile l’applicazione del più grave art. 216 l.f.