argomento: News del mese - Diritto delle Procedure Concorsuali
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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 4 dicembre 2018, n. 5853, depositata il 4 dicembre 2018, ha chiarito che la responsabilità penale relativa al reato di bancarotta fraudolenta per distrazione deve essere chiaramente provata e non semplicemente dichiarata sulla base di una presunzione. Nel caso di specie, il soggetto divenuto amministratore della società poi dichiarata fallita aveva ereditato una situazione contabile poco chiara, atteso che per molti anni la contabilità era stata gestita in regime semplificato e – solo dopo un anno di inattività – era passata al regime ordinario. In tale contesto, il curatore fallimentare aveva affermato una responsabilità penale “da posizione” per l’amministratore, contestandogli un ammanco dal fondo cassa, accusa – tuttavia – affermata esclusivamente sulla carta e con una scarsa motivazione a supporto. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione della giudice di prime cure e della Corte d’Appello, ha affermato che, per riconoscere la responsabilità legata al reato di bancarotta per distrazione, è innanzitutto necessario accertare l’effettiva disponibilità dei beni – onere che in nessun caso può essere richiesto al fallito – e successivamente verificare, con strumenti idonei e appropriate motivazioni, la veridicità dell’annotazione contabile.