Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

15/05/2019 - Tardiva richiesta di fallimento in proprio: necessaria la “colpa grave” per l’integrazione del reato di bancarotta semplice

argomento: News del mese - Diritto delle Procedure Concorsuali

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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 17 gennaio 2019, n. 9716, depositata il 5 marzo 2019, si è espressa in tema di reato di bancarotta semplice da aggravamento del dissesto causato dall’astensione dell’imprenditore dal richiedere tempestivamente il proprio fallimento. In particolare, la Suprema Corte ha ribadito l’orientamento di legittimità secondo cui, con riferimento all’elemento soggettivo, al fine dell’integrazione del reato in parola, è necessario che l’omissione della tempestiva richiesta di fallimento in proprio sia connotata da “colpa grave” dell’imprenditore, non potendo quest’ultima essere presunta ex lege, ossia da un «provato e consapevole atteggiamento di resistenza, in presenza di un chiaro stato di dissesto, rispetto alla scelta, dovuta, di ricorrere alla dichiarazione di fallimento».