Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

15/12/2018 - Rapporti tra il reato di dichiarazione infedele e il delitto di omesso versamento IVA

argomento: News del mese - Diritto Penale

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La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con sentenza del 23 ottobre 2018 (p.u. del 1° febbraio 2018), n. 48246, ha affermato che non esiste alcun rapporto di consunzione, assorbimento o specialità tra le fattispecie disciplinate agli artt. 4 e 10-ter d.lgs. 74/2000 tale per cui l’omesso versamento dell’IVA indicata nella dichiarazione infedele costituirebbe un post-factum non punibile. La Corte ricorda infatti che, secondo consolidato orientamento giurisprudenziale, «nella materia del concorso apparente di norme non operano criteri valutativi diversi da quello di specialità previsto dall’art. 15 cod. pen., che si fonda sulla comparazione della struttura astratta delle fattispecie, al fine di apprezzare l’implicita valutazione di correlazione tra le norme, effettuata dal legislatore». Orbene, secondo il Supremo Collegio, tra le due figure criminose non è rinvenibile alcun rapporto di specialità ex art. 15 c.p., né vengono dalla legge considerati quali elementi costitutivi del reato di dichiarazione infedele fatti che costituirebbero il diverso delitto di omesso versamento IVA e viceversa: le due fattispecie si pongono, invero, in rapporto di reciproca radicale estraneità e ben possono concorrere tra loro.