argomento: News del mese - Diritto delle Procedure Concorsuali
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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 15 maggio 2018, n. 41839, depositata il 26 settembre 2018, è stata nuovamente chiamata ad esprimersi in tema di bancarotta ed ha affermato che cagionare l’aggravamento del dissesto finanziario della società per effetto dell’omesso pagamento, entro i termini, delle imposte e dei contributi previdenziali ed assistenziali – creando pertanto un debito tributario in capo alla società – costituisce reato. Nel caso di specie, all’amministratore unico e legale rappresentante di una società dichiarata fallita venivano contestate diverse condotte illecite tra le quali la distrazione di un’ingente somma derivante dalla vendita di un terreno nonché l’omesso versamento, entro i termini, dei tributi e dei contributi. Avverso la sentenza della corte d’appello che lo condannava per il reato di bancarotta fraudolenta, l’amministratore unico presentava ricorso per cassazione lamentando l’inesistenza di un nesso di causalità tra gli illeciti commessi e il successivo fallimento. Di avviso opposto è la Suprema Corte la quale ha affermato che dagli atti compiuti dall’amministratore, tra i quali il mancato pagamento dei tributi e dei contributi, è derivato il dissesto della società, inteso come una situazione di squilibrio economico patrimoniale progressivo che va aggravandosi.