argomento: News del mese - Diritto Penale
Articoli Correlati: reato in contratto
Con la sentenza n. 23896 del 28 maggio 2018, (ud. 28 marzo 2018), la Seconda Sezione della Corte di Cassazione ha ribadito il principio secondo il quale, nel caso in cui il reato presupposto sia riconducibile ad un’ipotesi di cd. “reato in contratto”, il profitto assoggettabile a sequestro preventivo finalizzato alla confisca, nei confronti dell’ente responsabile, dovrà essere determinato in considerazione di «un duplice criterio: da un lato, potranno essere assoggettati ad ablazione tutti i vantaggi di natura economico patrimoniale che costituiscano diretta derivazione causale dell’illecito (cd. concezione causale del profitto) …; dall’altro lato, non potranno essere aggrediti i vantaggi eventualmente conseguiti in conseguenza di prestazioni lecite effettivamente svolte a favore del contraente nell’ambito del rapporto sinallagmatico, cioè pari alla utilitas di cui si sia giovata la controparte». Per determinare il valore di tale utilitas deve tenersi conto dei «soli costi vivi, concreti ed effettivi, che l’impresa abbia sostenuto per dare esecuzione all’obbligazione contrattuale».