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Il CGA, Sez. giurisd., con sentenza 16 luglio 2018, n. 419, ha stabilito che, in base all’art. 64, co. 4, c.p.a. (secondo cui «Il giudice … può desumere argomenti di prova dal comportamento tenuto dalle parti nel corso del processo»), la valutabilità del comportamento processuale delle parti costituisce un elemento della formazione del libero convincimento del giudice, che può giungere anche a ritenere ammessi i fatti dedotti dalla controparte a sostegno del ricorso, senza tuttavia che ciò costituisca un effetto automatico e necessitato, e fermo restando, comunque, che la possibilità per il giudice di dare per provati i fatti affermati dal ricorrente non deve porsi in contrasto con altri fatti ricavabili dagli atti di causa.