Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Gli investimenti in prodotti finanziari e assicurativi (di Dott. Massimo Mazzini, Eurizon Capital SGR S.p.A.)


Nel contesto della gestione del patrimonio familiare, l’intervento analizza gli investimenti in prodotti finanziari e assicurativi, con l’obiettivo di una corretta pianificazione patrimoniale. In tale prospettiva di analisi, l’autore si sofferma sull’importanza della pianificazione finanziaria, sul processo di investimento, nonché sulle logiche sottostanti gli investimenti in prodotti finanziari e assicurativi.

Investments in financial and insurance products

In the context of family wealth management, the paper analyzes investments in financial and insurance products, with the aim of correct asset planning. From this analytical perspective, the author focuses on the importance of financial planning, the investment process, as well as the logic underlying investments in financial and insurance products.

Il mio intervento prevede l’analisi dei seguenti punti: •    L’importanza della pianificazione finanziaria. •    Il processo per gli investimenti finanziari e assicurativi. •    Le logiche per l’investimento in prodotti finanziari e assicurativi. Troppo spesso diamo importanza alla scelta del prodotto rispetto alla scelta di un portafoglio, avere l’asset allocation corretta deve essere il principale obiettivo. Ma iniziamo con una frase di Warren Buffett che a me piace molto: “To invest successfully over a lifetime does not require a stratospheric IQ, unusual business insights, or inside information. What’s needed is a sound intellectual framework for making decisions, and the ability to keep emotions from corroding that framework.” Warren Buffett ci dice che per avere investimenti finanziari di successo è necessario individuare un chiaro processo decisionale senza farsi influenzare dall’emotività. Il processo a cui si fa riferimento è la pianificazione finanziaria e assicurativa che richiede un approccio olistico alla valutazione dei bisogni del cliente tra investimento e protezione. L’Italia risulta un paese sotto assicurato: •    in particolare, nel ramo Danni a protezione dei beni, della salute e del patrimonio (escludendo il ramo auto), l’incidenza dei premi sul PIL è pari al­l’1,1% rispetto a una media europea del 2,8% e il premio medio per abitante è meno di un terzo rispetto alla media europea (TCM, Key Man, Infortuni, Malattia, Long Term Care); •    nel ramo Vita, il risparmio gestito è in crescita, anche se dal confronto europeo si evidenziano margini per un ulteriore sviluppo: il risparmio complessivo gestito supera il 50% in rapporto al PIL Vs media europea oltre il 64%; •    La quota di mercato del risparmio gestito italiano in Europa è il 7%, dietro a Germania (20%), UK (15%), Francia (11%) e Svizzera (10%). Le ragioni di questo gap sono diverse: 1.  ruolo storicamente assistenziale dello Stato; 2.  scarsa alfabetizzazione finanziaria; 3.  cultura “scaramantica” degli italiani rispetto alla gestione dei rischi; 4.  bassa fiducia nei confronti dell’offerta. Ciò comporta effetti diretti su: •    la popolazione, in termini di maggiore esposizione al rischio e di gestione dei risparmi caratterizzata da un eccesso di liquidità; •    lo Stato, in termini di costosi interventi pubblici, spesso insufficienti, in sanità e per porre rimedio alle catastrofi naturali o alla copertura di altri rischi emergenti quali invalidità, premorienza e longevità. A questo punto passiamo ad analizzare il processo della pianificazione finanziaria che richiede l’intervento di un [continua..]

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