Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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L'esperienza nella giustizia amministrativa (di Paola Malanetto, Giudice presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte)


L'intervento fornisce interessanti spunti di riflessione in tema di intelligenza artificiale e giustizia predittiva, illustrando le prospettive di applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale al mondo del diritto, avuto particolare riguardo alla giustizia amministrativa.

Experience in administrative justice

The paper provides an interesting vision on the subject of artificial intelligence and predictive justice, illustrating the prospects for the application of artificial intelligence systems to the world of law, with particular regard to administrative justice.

Il presente scritto propone brevi riflessioni sulle prospettive di applicazione dell’intelligenza artificiale al mondo della giustizia amministrativa, a margine del webinar svoltosi per la SAA di Torino il 16.3.2023. Le prospettive di applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale al mondo del diritto, ed alle professioni intellettuali in genere, animano il dibattito contemporaneo. Queste tecnologie aprono nuove frontiere; come ogni “novità” esse suscitano reazioni divise agli estremi tra “entusiasti”, che intravedono sviluppi in grado di integralmente sostituire – e addirittura migliorare – il lavoro umano, e nuovi “luddisti” che, animati da diffidenza, prevedono evoluzioni catastrofiche. Dopo secoli di convivenza con le macchine, intese da Aristotele come “prosecuzione” dell’homo faber in quanto capaci di ampliarne le abilità tecniche παρά φύσιν, nel senso di “oltre la natura” umana e non contro la stessa, ci confrontiamo oggi con sistemi che consentono di estendere (o sostituire?) le capacità intellettuali e non solo quelle tecnico-meccaniche. Come tutte le rivoluzioni nate dall’informatica e dal digitale l’irrompere dei sistemi di intelligenza artificiale si propone con ritmi frenetici; non si può che prendere atto che si tratta di una realtà che, come tale, va integrata nel futuro lavorativo, magari tentando di fare tesoro di alcune ingenuità del passato, per garantire che questo sviluppo sia armonico e volto a beneficio generale. L’integrazione di questi sistemi rende infatti opportuna una riflessione prima ancora etica [1] che tecnica. Molte delle applicazioni delle scienze informatiche (pensiamo a internet e ai social) sono state accolte con giusto entusiasmo per le possibilità che hanno aperto ma solo con un certo ritardo si è compreso che il loro recepimento passivo produceva anche danni sociali; si è infatti lasciata, forse sottovalutandone l’impatto, a pochi esperti di settore la gestione di uno sviluppo che, dietro i più visibili benefici collettivi, nascondeva squilibrati profitti privati (la gig economy vede, al suo interno, molti dei più ricchi imprenditori e molti dei più poveri lavoratori) e non poche storture (ad es. l’acquisizione incontrollata e uso commerciale spregiudicato di dati personali, la costruzione e diffusione di fake news, con veri e propri effetti di analfabetismo di ritorno in soggetti non attrezzati per utilizzare in modo critico questi strumenti). La sfida dell’integrazione nel nostro futuro dell’intelligenza artificiale, tanto più quando essa aspira ad inserirsi in fasi nevralgiche della vita democratica (gestione dell’amministrazione pubblica, dunque del potere di governo di una comunità, gestione del contenzioso, quindi [continua..]

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