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La Quinta Sezione della Corte di Cassazione, con sentenza del 7 novembre 2018 (ud. 16 maggio 2018), n. 50489, si sofferma sulla questione relativa alla applicabilità della circostanza aggravante prevista all’art. 219 L.F. ai fatti di bancarotta fraudolenta impropria di cui all’art. 223 L.F. La Corte dà conto dell’esistenza di due orientamenti: il primo, tenuto conto del fatto che l’art. 219 L.F. rimanda esclusivamente agli artt. 216, 217 e 218 L.F., esclude la possibilità di estendere la circostanza ai fatti in questione. Il secondo orientamento – di segno opposto e conforme all’interpretazione fatta propria dalle Sezioni Unite (Cass. pen., Sez. Un. , 21039/2011, imp. Loy), a cui la Corte, con questa sentenza, dichiara di aderire – fa leva sul richiamo da parte dell’art. 223 L.F. dell’intera disciplina sanzionatoria prevista per la bancarotta fraudolenta propria, segno della volontà del legislatore di porre la bancarotta propria e impropria su un medesimo piano, comprensivo della circostanza aggravante in questione.