argomento: News del mese - Diritto Tributario
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La Corte di Cassazione con la sentenza numero 35295 del 21/09/2022 ha avuto modo di precisare che lo svuotamento del conto corrente societario non è sufficiente a sostenere l’accusa di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Per provare ciò non è sufficiente che gli atti siano eseguiti a rendere inefficaci le procedure di riscossione, ma è altresì necessario che gli stessi siano caratterizzati come simulatori o fraudolenti. Nella sentenza viene precisato che “Con riguardo, in particolare, alla nozione di “atti fraudolenti”, deve evidenziarsi che devono ritenersi tali tutti quei comportamenti che, quand’anche formalmente leciti, siano tuttavia connotati da elementi di inganno o di artificio, dovendosi cioè ravvisare l’esistenza di uno stratagemma tendente a sottrarre le garanzie patrimoniali all’esecuzione (Sez. 3, n. 29636 del 2.3.2018, Rv. 273493; Sez. 3, n. 25677 del 16.5.2012, Rv. 252996).” In sostanza alla nozione di “atti fraudolenti” occorre attribuire quei comportamenti che, quand’anche formalmente leciti, siano connotati da inganno o artificio o menzogna, in modo da rappresentare ai terzi una riduzione del patrimonio non corrispondente al vero, mettendo a repentaglio, la procedura di riscossione.