Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Il quadro di riferimento europeo (di Mia Callegari, Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Torino, Avvocato.)


L’intervento illustra il tema del monitoraggio del credito, nell’ambito del sistema di vigilanza europeo. In tale prospettiva di analisi, l’autore – dopo aver fornito alcune considerazioni introduttive – analizza l’evoluzione delle politiche europee in tema di NPL e le nuove Linee Guida EBA.

European framework

The paper illustrates the topic of credit monitoring, within the context of European supervisory system. In this perspective of analysis, the author – after providing some introductory considerations – analyzes the evolution of European NPL policies and the new EBA Guidelines.

Keywords: monitoring – credit – EBA

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SOMMARIO:

1. Cenni introduttivi: il sistema di vigilanza europeo - 2. L’evoluzione delle politiche unionali di risoluzione delle criticità legate ai livelli di NPL - 3. Principi ispiratori e contenuti delle Linee Guida del 2020 - 4. Riflessioni conclusive


1. Cenni introduttivi: il sistema di vigilanza europeo

Il tema del monitoraggio del credito, che mi è stato affidato, è di particolare interesse ed attualità, con riferimento al quadro del sistema unionale. Collegandomi con quanto già anticipato nell’Introduzione al Convegno, la ricostruzione del quadro di politiche europee in ambito bancario, dopo le riforme del d. lgs. n. 181/2015, del d. lgs. n.223/2016 e dal Regolamento UE 1024/2013, è fondamentale perché anche le normative e le prassi interne vanno lette in connessione con il Progetto di Unificazione Bancaria Europea (cd. Banking Union), che rappresenta un passo importante verso un’autentica unione economica e monetaria. Come noto, l’azione programmatica si sviluppa in tre importanti direzioni, i cd. pilastri dell’Unione Bancaria Europea, di cui dal 2014 il Meccanismo Unico di Vigilanza (Single Supervisory Mechanism), incentrato sul ruolo di supervisione della BCE, è un nodo fondamentale. Il processo di creazione e regolamentazione di questo sistema di vigilanza unica a livello europeo (Single Supervisory Mechanism) va di pari passo con l’implementazione, non solo di attività di monitoraggio, analisi ed ispezione sul settore bancario, bensì anche di produzione di Linee Guida per promuovere l’adozione di procedure e metodologie omogenee ed uniformi. In questo sistema di vigilanza spicca ormai una tendenza a favorire sempre di più l’uniformazione delle prassi. In questo ambito vanno lette le Linee Guida e, con specifico riferimento al tema che qui ci occupa, le Linee Guida sulla concessione e su monitoraggio del credito elaborate dall’EBA (Autorità Bancaria Europea), che dal 2011 opera quale organismo indipendente nell’ambito del Sistema europeo di Vigilanza Finanziaria (SEVIF) ed il cui compito principale è proprio quello di promuovere la convergenza delle pratiche bancarie, la formazione di un corpus di norme bancarie uniformi e l’applicazione armonizzata di regole prudenziali. Mentre le autorità di vigilanza nazionali (e, a breve, la Banca centrale europea per i paesi partecipanti al nuovo meccanismo di vigilanza unico, un pilastro fondamentale della cosiddetta “unione bancaria”) conservano la responsabilità della vigilanza dei singoli istituti finanziari, il ruolo dell’EBA consiste nel migliorare il funzionamento del mercato interno assicurando una vigilanza e una [continua ..]


2. L’evoluzione delle politiche unionali di risoluzione delle criticità legate ai livelli di NPL

Negli ultimi anni la gestione dei crediti deteriorati, nell’ambito della cd. asset quality del sistema bancario, si è presentata come un versante nevralgico dell’attività bancaria e è stato per questo uno dei settori di maggiore incidenza delle politiche dell’EBA. Da tempo infatti si è sentita la necessità di indirizzare gli istituti di credito verso l’intrapresa di percorsi di derisking, l’adozione di modelli di gestione rinnovati e rafforzati e la realizzazione di operazioni di cessione dei crediti deteriorati. Se l’attenzione dell’EBA è sempre costante, le Linee Guida che si sono avvicendate nel tempo sono state ispirate da due approcci sostanzialmente e diametralmente molto diversi, dai quali traspare un significativo mutamento (anche filosofico) delle politiche unionali. In primo momento, l’atteggiamento dell’EBA è apparso chiaramente improntato alla necessità di reagire e risolvere le forti criticità del comparto: negli anni 2015/2016, la situazione dei NPL aveva livelli drammatici ed estremamente diversificata tra i Paesi dell’Unione. Le Linee Guida EBA del 2017 sono espressione di questa esigenza reattiva e risolutiva; in sostanza, di questa necessità di “correre ai ripari” ex post. Ad esempio, in Italia, uno dei paesi in cui la problematica è da sempre stata maggiormente evidente, l’indicatore NPL (cd. NPL Ratio [1]) si attestava intorno al 20% tra il 2015 ed il 2016 per poi ridursi (ma si tratta pur sempre di percentuali assai significative, destinate ad essere aggravate dall’emergenza economica post-covid) al 10% nel 2019, a seguito del benefico impatto delle Linee Guida del 2017. Nella prospettiva iniziale, le politiche unionali sono pervase dalla logica necessitata della gestione dei crediti deteriorati esistenti (cd. approccio re-active), il che comportava non solo la proposta di percorsi di riduzione degli NPL alle banche ed il rafforzamento dei modelli di gestione interni, ma anche operazioni un po’ più incisive a livello di ricapitalizzazione o operazioni di cessioni in blocco dei crediti deteriorati. Negli anni più recenti, la prospettiva si evolve e il regolatore sposta il focus dai crediti deteriorati ai crediti esistenti. L’approccio non è più reattivo, bensì proattivo: l’obiettivo diventano le modalità di [continua ..]


3. Principi ispiratori e contenuti delle Linee Guida del 2020

Venendo ai contenuti, le nuove Linee Guida, articolate in cinque Sezioni (internal governance; pratiche di concessione del credito; pricing; valutazione delle garanzie; monitoraggio), esprimono le indicazioni e le aspettative del Regolatore riguardo alle prassi che gli istituti bancari dovrebbero adottare in sede di concessione e monitoraggio del credito, al fine di indirizzarle verso standards solidi e prudenti per l’assunzione, la gestione e il monitoraggio del rischio di credito ed al fine di garantire che i finanziamenti di nuova costituzione mantengano buoni livelli di qualità del credito anche nelle successive fasi di vita. Data l’ampia articolazione, pare opportuno soffermarsi in questa sede, sui temi e sugli aspetti connotati da maggiore innovazione. 3.1. La Sezione dedicata all’internal governance, la quarta, è molto interessante ed è quella per certi versi maggiormente rappresentativa del cambiamento di approccio del Regolatore e dell’ambizione sottostante alle Guidelines on Loan Origination and Monitoring. Infatti questa Sezione contempla tutta una seria di indicazioni sulla governance interna che gli enti dovrebbero applicare agendo anche sulle strategie creditizie, sul modello organizzativo e operativo per la concessione del credito e anche sulla rete di controlli sul rischio di credito. Le disposizioni si ispirano chiaramente alla filosofia di fondo delle Linee Guida, ovvero la convinzione che le banche dovrebbero sviluppare quella che le Linee stesse definiscono “cultura del credito”; diffondendola a tutti i livelli dell’organizzazione. A partire dall’organo di amministrazione, cui spetta l’approvazione della strategia di gestione del rischio di credito e della strategia aziendale, assicurando il rispetto di indicatori del rischio e di standards di concessione del credito, per coinvolgere tutti i livelli dell’organizzazione. Tutte le risorse coinvolte nella filiera del credito, delle quali andrà curata in particolare la formazione e l’infor­mazione, dovranno caratterizzarsi per esperienza, formazione, indipendenza. Più specificatamente le Linee Guida sembrano richiedere la “consapevolezza e responsabilità” di tutto il personale [1]. Nel valorizzare l’individuazione e l’applicazione di prassi virtuose uniformi, il Regolatore attribuisce grande rilievo all’utilizzo dei modelli automatizzati [continua ..]


4. Riflessioni conclusive