Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Il programma di valutazione del rischio di crisi e di salvaguardia dell'equilibrio economico-finanziario (di Roberto Frascinelli, Dottore Commercialista, Presidente Fondazione Piccatti Milanese ODCEC Torino)


L’intervento mira ad analizzare la disciplina dell’informativa finanziaria nell’ambito delle società a partecipazione pubblica, avuto particolare riguardo al programma di valutazione del rischio di crisi e di salvaguardia dell’equilibrio economico-finanziario. In tale prospettiva di analisi, l’autore si sofferma sulla valutazione delle performance aziendali, sulla disciplina della crisi d’impresa, nonché sugli effetti contabili della pandemia di Covid-19.

 

The crisis risk assessment and safeguarding economic-financial balance program

The paper aims to analyze the discipline of financial reporting within the context of public entities, with particular regard to the crisis risk assessment program and safeguarding the economic-financial balance. In this perspective of analysis, the author focuses on the evaluation of corporate performance, on the discipline of the business crisis, as well as on the accounting effects of the Covid-19 pandemic.

Keywords: financial reporting – crisis risk – public partecipation.

Un corretto inquadramento delle problematiche legate al “Il programma di valutazione del rischio di crisi e di salvaguardia dell’equilibrio economico-finanziario” implica, in via preliminare, la necessità di richiamare la normativa correlata al ristabilimento degli equilibri economico-finanziari e patrimoniali in caso di crisi aziendale; il dato di partenza è fornito dalla salvaguardia del concetto di economicità che costituisce un concetto fondamentale inteso come la «capacità dell’azienda di perdurare massimizzando l’utilità delle risorse impiegate» e dipende congiuntamente dalle performance aziendali e dal rispetto delle condizioni dell’equilibrio che consentono il funzionamento dell’azienda. Le performance aziendali riguardano sia l’efficacia che l’efficienza. L’effi­cacia rappresenta, in sostanza, la capacità di perseguire le finalità istituzionali ma non risulta sufficiente a valutare le performance dell’azienda: pertanto bisogna considerare anche l’efficienza, ovvero la capacità di impiegare razionalmente le risorse disponibili [1]. Le condizioni di equilibrio sono quelle che consentono all’azienda di durare nel tempo e di mantenere una situazione di relativa autonomia, permettendole quindi di continuare a perseguire le finalità istituzionali. L’equilibrio, che l’economicità sottintende, può essere esaminato sotto il profilo economico, patrimoniale, finanziario e monetario. L’equilibrio economico riguarda le operazioni di consumo e di ripristino di ricchezza per effetto della gestione: è dato dall’attitudine dell’azienda ad operare in condizioni che consentano almeno di ripristinare la ricchezza consumata nello svolgimento della gestione. L’equilibrio patrimoniale dipende, oltre che dalla capacità di ripristinare la ricchezza consumata per effetto della gestione, anche dalle operazioni compiute con soggetti portatori di interessi istituzionali direttamente volte a modificare l’entità del patrimonio. Esso esprime l’attitudine dell’azienda ad accumulare e mantenere un ammontare di ricchezza (patrimonio) che sia congruo rispetto agli investimenti necessari allo svolgimento delle sue finalità istituzionali, rappresentando nel contempo la garanzia per le obbligazioni sociali. Le altre due condizioni di equilibrio – finanziario e monetario – non riguardano genericamente la ricchezza dell’azienda ma specificatamente i suoi mezzi di pagamento. –      In particolare, l’equilibrio finanziario riguarda il bilanciamento fra fonti e fabbisogni finanziari. –     L’equilibrio monetario, invece, attiene alla capacità dell’azienda di far fronte alle scadenze e ai pagamenti a cui è tenuta [continua..]

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