Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Il contratto di leasing. L'esercizio (o il mancato esercizio) del diritto di riscatto e i riflessi in tema di usura (di Luciano M. Quattrocchio, Professore Aggregato di Diritto dell’Economia presso l’Università degli Studi di Torino – Dottore Commercialista in Torino. Bianca M. Omegna, Dottore Commercialista in Torino. Valentina Bellando, Dottore Commercialista.)


L’approfondimento si pone l’obiettivo di esplorare la questione dell’usurarietà di altri vantaggi o compensi, avuto riguardo al caso della locazione finanziaria e alla probabilità di esercizio del diritto di riscatto del bene locato. Dopo alcune considerazioni preliminari sulla normativa e sulle grandezze di riferimento, gli autori affrontano la materia attraverso un caso pratico a titolo esemplificativo, pervenendo a valutare l’effettiva onerosità di un’ope­razione di leasing.

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SOMMARIO:

1. Premessa - 2. Considerazioni preliminari - 3. L’applicazione al caso concreto - 4. Valutazione del T.E.G. atteso sulla base della probabilità - 5. Considerazioni conclusive


1. Premessa

L’art. 644, comma 3, c.p., in tema di reato di usura, dispone quanto segue: «la legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari. Sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che, avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari, risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria». In particolare, l’usura si manifesta in presenza di uno scambio di prestazioni alternative – tipicamente realizzato mediante la conclusione di contratti sinallagmatici – in cui il soggetto attivo presta denaro o altra utilità, facendosi dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, interessi o altri vantaggi usurari; laddove, nel concetto di “altri vantaggi” rientra ogni ulteriore compenso versato, al pari degli interessi, quale corrispettivo per il godimento di una somma di denaro ricevuta in prestito. Scopo del presente elaborato è esplorare la questione dell’usurarietà di tali altri vantaggi o compensi, avuto riguardo al caso della locazione finanziaria. Al proposito, pare opportuno ricordare che l’art. 1, comma 136, della Legge per il mercato e la concorrenza (Legge 4 agosto 2017, n. 124), definisce il leasing finanziario quale contratto: «con il quale la banca o l’intermediario finanziario […] si obbliga ad acquistare o a far costruire un bene su scelta e secondo le indicazioni dell’utilizzatore, che ne assume tutti i rischi, anche di perimento, e lo fa mettere a disposizione per un dato tempo verso un determinato corrispettivo che tiene conto del prezzo di acquisto o di costruzione e della durata del contratto. Alla scadenza del contratto l’utilizzatore ha diritto di acquistare la proprietà del bene ad un prezzo prestabilito ovvero, in caso di mancato esercizio del diritto, l’obbligo di restituirlo». Alla luce di tale definizione, nel presente elaborato, si procederà a valutare l’effettiva onerosità del rapporto di leasing in considerazione dell’esercizio o meno del diritto di acquistare la proprietà del bene oggetto dell’operazione, tenuto debitamente [continua ..]


2. Considerazioni preliminari

2.1. La nozione di sinallagma finanziario. Definizione di “operazione finanziaria” Un’operazione finanziaria consiste nello scambio di somme scadenti in epoche diverse, certe nella loro manifestazione e fisse o variabili (in funzione di parametri di natura finanziaria) nel loro importo. Nelle operazioni finanziarie deve essere verificato il rispetto della condizione di “equivalenza finanziaria”; cioè, di indifferenza (finanziaria) fra le somme – come si è detto certe nella loro manifestazione – scadenti in epoca diversa. Come illustrato nei punti precedenti, l’indifferenza è valutata sulla base di un procedimento finanziario indicato con l’espressione “capitalizzazione” – attraverso il quale si trasferisce una somma in avanti nel tempo – ovvero “attualizzazione” – mediante il quale si trasferisce una somma in indietro nel tempo –; a tale fine si utilizza un tasso di interesse detto, a seconda della “direzione”, “tasso di capitalizzazione” o “tasso di attualizzazione”. L’operazione finanziaria più semplice è costituita dallo scambio di una somma scadente in una certa epoca, con un’altra somma scadente in epoca diversa. In tale caso, il rispetto della condizione di equivalenza finanziaria presuppone l’esistenza di un tasso di interesse sottostante, di capitalizzazione o di attualizzazione – detto tasso interno di rendimento – che rende indifferente le due somme scadenti in epoche diverse. Ovviamente, in tale caso, il tasso di interesse – pur costituendo il “costo finanziario” dell’operazione – viene calcolato attraverso un procedimento complesso. Un’operazione finanziaria più articolata – che, per semplicità, indichiamo con l’espressione “operazione finanziaria complessa” – è quella costituita dallo scambio di una somma scadente in una certa epoca con una serie di somme scadenti in epoche diverse, che si realizza – ad esempio – nel caso di finanziamento con rimborso rateale, ovvero nell’ipotesi di costituzione di un capitale. Il finanziamento con rimborso rateale può essere come di seguito rappresentato: La costituzione immediata di un capitale, a fronte di una rendita periodica limitata nel tempo, può avere la seguente [continua ..]


3. L’applicazione al caso concreto

3.1. Premessa. Profili di carattere tecnico-finanziario Al fine di valutare l’effettiva onerosità di un’operazione di leasing, si è ipotizzato la stipula di un contratto alle condizioni di seguito indicate, avente ad oggetto un’unità immobiliare ad uso magazzino. GRANDEZZE VALORI Importo   248.028,00 Data di stipula 31/12/2007 Durata in mesi 180 Tasso leasing 6,28% T.A.N. ammortamento 6,28% Maxicanone   74.408,40 Canone   1.239,47 Riscatto   74.408,40 V.A. Riscatto   29.839,22 Importo in ammortamento   143.780,38 Alla luce delle condizioni economiche sopra ipotizzate, si è provveduto ad elaborare il piano di ammortamento del rapporto, dal quale si può agevolmente desumere la verifica della condizione di chiusura c.d. “elementare”. In particolare, indicando con la lettera D il debito iniziale, la condizione di chiusura elementare richiede che la somma delle quote capitale coincida con il debito iniziale; e cioè D = C1 + C2 + … Cn Si riproduce di seguito il piano di ammortamento del leasing, nel quale è garantita l’equivalenza di cui sopra. N. Canone Data Debito Residuo Debito Estinto Quota Capitale Quota [continua ..]


4. Valutazione del T.E.G. atteso sulla base della probabilità

Fermo quanto sopra illustrato circa il valore massimo del bene oggetto di leasing compatibile con il tasso soglia di riferimento, non si può affermare che al suo superamento si configuri necessariamente il reato di usura, giacché si tratterebbe di una fra le due possibili alternative offerte al sottoscrittore del contratto di leasing: l’esercizio del diritto di riscatto o il suo mancato esercizio. Occorre, quindi, ponderare le due ipotesi sulla base di una percentuale di probabilità. In tale prospettiva, si è provveduto ad attribuire un grado di probabilità all’avveramento dei due casi possibili: l’esercizio del diritto di riscatto ovvero la restituzione del bene. Ferme le ipotesi assunte circa il valore del bene superiore al valore massimo corrispondente alla soglia ai fini usura, si è attribuita una probabilità crescente all’esercizio del diritto di acquisto della proprietà del bene (per ipotesi, 10% – 20% – 30% – 40% – 50% – 60% – 70% – 80% – 90%), pesando il T.E.G. per tale probabilità. Variando la probabilità di riscatto nel modello di calcolo predisposto, si ottengono i seguenti risultati. T.E.G. hp riscatto 6,67% T.E.G. hp no riscatto vantaggi usurari 11,16%   Probabilità riscatto 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% T.E.G. medio 10,71% 10,26% 9,81% 9,36% 8,91% 8,46% 8,01% 7,56% 7,11% Tasso soglia 10,23%


5. Considerazioni conclusive