Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

15/09/2021 - Violazione diritto di privativa: il titolare ha la facoltà di richiedere la retroversione degli utili.

argomento: News del mese - Diritto Civile e Commerciale

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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 29 luglio 2021, n. 21832, ha affermato che il titolare di un diritto di privativa che denunci la sua violazione possiede la facoltà di richiedere, attraverso la domanda ex art. 125 c.p.i., la retroversione degli utili realizzati da colui che ha commesso l’illecito in luogo del risarcimento del danno da lucro cessante. In tale fattispecie, non vi è la necessità di provare che ai profitti realizzati dal contraffattore siano corrisposti dei mancati guadagni. Nel caso de quo, una società a responsabilità limitata contestava la nullità per carenza di attività inventiva, ex art. 48 c.p.i., di un brevetto in contitolarità con altri due soggetti giuridici. La società in esame soccombeva sia in primo che in secondo grado, e veniva condannata alla retroversione degli utili ai sensi dell’art. 125 c.p.i. Essa proponeva ricorso per Cassazione, lamentando in particolare l’impossibilità di retroversione degli utili in mancanza di un danno risarcibile. La Suprema Corte, in primo luogo, ha sottolineato come la retroversione differisca dal lucro cessante poiché operante soltanto nel caso in cui il profitto del contraffattore sia superiore a quello che avrebbe potuto ottenere il titolare del diritto. Ciò significa che la ratio della norma risiede nell’impedire a colui che falsifica il diritto di realizzare un indebito guadagno al netto del risarcimento da corrispondere a titolo di lucro cessante. Partendo da tale premessa e riprendendo quanto affermato nelle Sentenze n. 16601/2017 e 56616/2021, la Corte di Cassazione ha ribadito come sia già stato attenuato l’orientamento restrittivo sulla natura della responsabilità civile, avendo il risarcimento non solo il compito di restaurare il danno patrimoniale subito ma anche quello di intimorire e sanzionare il responsabile civile. La previsione dell’istituto della retroversione degli utili ha introdotto uno strumento rimediale sui generis, in parte di natura compensatoria e in parte dissuasiva, ma che non può assolutamente configurare un’ipotesi di danno punitivo. La Suprema Corte ha respinto, inoltre, l’argomentazione basata sulla dissimmetria sistematica rispetto alla disciplina contenuta nell’art. 158 l.d.a. riguardante la tutela risarcitoria derivante dalla violazione dell’esclusiva autoriale.