Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

31/03/2020 - Fusione: non vi è sottrazione fraudolenta se manca la motivazione in ordine alla natura artificiosa della fusione.

argomento: News del mese - Diritto Tributario

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La Corte di Cassazione, con la Sentenza n.8959 depositata il 5 marzo 2020, ha fornito un’interessante interpretazione in ordine al delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte contestato all’amministratore di una società estera gestita di fatto, secondo l’ipotesi accusatoria in Italia, per aver incorporato una impresa nazionale.

I giudici della suprema corte, nell’accogliere il ricorso del contribuente, hanno evidenziato che nel delitto contestato, gli atti dispositivi compiuti devono essere oggettivamente idonei a eludere l’esecuzione, e hanno natura fraudolenta quando, pur determinando un trasferimento effettivo del bene, siano connotati da inganno o da artificio cioè dall’esistenza di uno stratagemma predisposto per sottrarre le garanzie patrimoniali al fisco. Nel caso di specie mancava una motivazione in ordine alla natura artificiosa della fusione nonostante la questione fosse stata oggetto di uno specifico motivo di appello. Non erano state chiarite cioè le modalità con le quali tale atto dispositivo avesse messo in pericolo le pretese del fisco né era stata individuata la diminuzione del patrimonio posto a garanzia dei debiti tributari. La sentenza risulta di particolare interesse in quanto le operazioni eseguite dall’imprenditore nel corso o dopo il controllo sono ritenute idonee a sottrarre garanzie patrimoniali al fisco. In realtà, nel corso del controllo e successivamente, l’imprenditore non subisce alcuna limitazione circa il compimento di operazioni sul proprio patrimonio.