Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

28/02/2020 - L’attività distrattiva di dipendenti di un concorrente come atto di concorrenza sleale

argomento: News del mese - Diritto Civile e Commerciale

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La Corte di Cassazione, con Ordinanza depositata il 17 febbraio 2020, n. 3865, si è espressa nell’ambito di un giudizio avente ad oggetto condotte di concorrenza sleale ex art. 2598, comma 1, n. 3 c.c. La Suprema Corte ha affermato che lo storno di dipendenti e/o collaboratori ad un concorrente configura atto di concorrenza sleale solo se contrario rispetto ai principi di correttezza professionale e se posto in essere con l’intento di recare pregiudizio all’organizzazione e struttura produttiva del competitor e di procurarsi un vantaggio competitivo indebito, vanificando gli sforzi di investimento del concorrente e creando effetti distorsivi sul mercato. Nella valutazione circa la sussistenza di un atto di concorrenza sleale assumono rilievo la quantità e qualità del personale stornato, la loro posizione all’interno dell’organizzazione e i metodi di convincimento adottati; se l’imprenditore sottrae i dipendenti ad un competitor con mezzi leciti (offrendo maggior denaro oppure un migliore percorso di carriera), senza l’intento di recare pregiudizio all’attività del concorrente, allora non si configura concorrenza sleale.