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La Corte di Cassazione, con sentenza del 15 marzo 2019 n. 36359, depositata il 23 agosto 2019, ha stabilito che – nel caso di prestazioni rese da una società diversa da quella emittente le fatture – viene a configurarsi il reato di dichiarazione fraudolenta, con utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (ex art. 2 d.lgs. 74/2000), e ciò indipendentemente dalla sussistenza della collusione fra emittente ed utilizzatore. In particolare, la Suprema Corte ha sottolineato che il dolo di evasione (per chi utilizza il documento contabile nella propria dichiarazione) risiede nella consapevolezza che chi effettua il lavoro non fattura poi il corrispettivo, ottenendo in tal modo un indebito vantaggio fiscale.