Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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L'operatività bancaria (di Michele Dapri, Responsabile della Direzione Centrale Concessione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo.)


L’intervento mira ad illustrare l’operatività bancaria nell’ambito della concessione e monitoraggio del credito. In tale prospettiva di analisi, l’autore analizza le regole della vigilanza e i conseguenti impatti in ambito bancario, nonché la concessione e il monitoraggio del credito nel quadro emergenziale.

Banking operativity

The paper aims to illustrate banking operativity within the context of the granting and monitoring of credit. In this perspective of analysis, the author analyzes the rules of supervision and the consequent impacts in the banking sector, as well as the granting and monitoring of credit in the emergency framework.

Keywords: operativity – banking sector – supervision

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SOMMARIO:

1. Intesa Sanpaolo nel panorama Europeo - 2. Le regole della vigilanza egli impatti su concessione e monitoraggio del credito - 3. Concessione e monitoraggio nel quadro emergenziale: dal “Cura Italia al Motore Italia”


1. Intesa Sanpaolo nel panorama Europeo

Le scelte strategiche dell’ultimo piano industriale, implementate con successo, hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi, anche nel nuovo contesto come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, riflettendo la redditività sostenibile derivante dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato e dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi. La forte riduzione dei crediti deteriorati conferma ulteriormente il basso profilo di rischio a presidio del supporto di famiglie ed imprese. Le principali dimensioni che esprime il gruppo Intesa Sanpaolo post integrazione con UBI: 462 mld di euro di impieghi totali (comprensivi di impieghi a mlt termine e breve termine – circa il 25% del PIL), 1.167 mld le attività finanziarie di cui 525 mld di raccolta diretta (che supera pertanto abbondantemente gli impieghi) con 21,8 milioni i clienti nel mondo (di cui 14,7 milioni in Italia). In Italia in particolare mantiene circa 5.300 sportelli che assicurano una quota di mercato di circa il 22% dei crediti ed il 24% dei depositi. A questa macchina organizzativa si aggiunge l’impegno a diventare un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale – Intesa Sanpaolo è già ai vertici delle principali indici e classifiche mondiali – che le permette di essere un motore di crescita sostenibile ed inclusiva. Nell’ambito della struttura di governance di Intesa Sanpaolo, la Direzione Centrale Concessione Banca dei Territori coordina il governo della concessione del credito su un perimetro che riguarda sia controparti Retail (PMI e privati consumatori) che Imprese corporate con livelli di fatturato fino a 350 milioni di euro che, in sostanza, rappresentano la maggioranza delle imprese attive in Italia con uno scenario di osservazione particolarmente ampio ed approfondito che spazia in tutti i settori economici. La dimensione gestita dalla Direzione Centrale Concessione riguarda circa 11,8 milioni di clienti, 3.280 Filiali di cui 249 Filiali Imprese (dedicate alla sola clientela corporate e PMI) che gestiscono circa 256.000 clienti. Nel 2020 le delibere creditizie assunte nell’ambito della divisione Banca dei Territori sono state un totale di 1,5 milioni (in incremento del 30% rispetto al 2019). È questa [continua ..]


2. Le regole della vigilanza egli impatti su concessione e monitoraggio del credito

Tra le recenti novità introdotte dal Regolatore una particolare rilevanza riveste sicuramente il principio contabile IFRS9 che pone le proprie fondamenta su un approccio che sia il più possibile anticiclico e non pro-ciclico. Al di là delle definizioni empiriche che si possono trovare in materia, il cambiamento fondamentale è relativo al passaggio di classificazione dei rischi di credito da un modello incurred loss ad un modello unexpected loss. Specificatamente nell’ambito impairment, si può dire che abbia rappresentato l’abbandono di modelli che prevedevano principi di accantonamenti non analitici delle caratteristiche delle controparti appartenenti ad un preciso portafoglio di rischio (o di rating), soprattutto nell’ambito dei quali non vi erano contesti specifici di valutazione, comunque tali da non poter rendere univoci gli approcci delle diverse banche europee. Questo nuovo processo è stato realizzato attraverso la previsione di accantonamenti anche per le controparti performing. La finalità, come detto, è stata appunto quella di “armonizzare” i comportamenti delle diverse Banche nell’ambito UE suddividendo la qualità del credito in differenti stati (“stages”). La novità fondamentale, ai fini degli accantonamenti, riguarda le controparti che vengono, a fronte di una situazione provvisoria di difficoltà, temporaneamente collocate in stage 2 (controparti che rimangono in bonis). Tale situazione di difficoltà potrà poi evolvere positivamente riportando la controparte ad essere riclassificata a stage 1 (bonis con provisioning rappresentato dalla sola pd di controparte) oppure, in caso di ulteriore deterioramento, in stage 3 (unlikely to pay) con accantonamenti relativi a posizione di credito deteriorato e conseguente applicazione del contesto relativo al calendary provisioning. La classificazione a stage 2 comporta, nel mese di competenza, l’accanto­namento di un ammontare pari al lifetime expected credit losses che ovviamente sarà maggiore in concomitanza con linee di credito con durata maggiore ai 12 mesi (sostanzialmente i finanziamenti a mlt). La classificazione a stage 2 ha luogo automaticamente al verificarsi di uno dei seguenti tre contesti, che possono riguardate una controparte e che rappresentano contesti predittivi di un futuro detrimento del contesto aziendale, se non puntualmente [continua ..]


3. Concessione e monitoraggio nel quadro emergenziale: dal “Cura Italia al Motore Italia”